Era una sera di fine estate,
non ricordo neanche se avevo una bomboletta
o un uniposca,
perchè allora bastava una qualsiasi cosa per scrivere.
Ricordo solo che ti scrissi di scusarmi
per non aver avuto il coraggio di dirtelo in faccia,
forse se lo avessi fatto avrei bloccato
la deformazione di questo tempo.
Forse ad avere avuto il coraggio allora
le cose non sarebbero cambiate,
perchè è vero che scappavo da me stesso
ma l'unica mia preoccupazione sei stata sempre te.
Se nell'ultima telefonata avessi osato più del dovuto
tutto poteva essere diverso,
o forse sarebbe rimasto tutto uguale
perchè io non avrei mai fatto il mio cambiamento.
Ed ora ci ritroviamo qui in questo limbo
dove almeno io non so più cos'ero
ne cosa sarò
sono coscente che non voglio cambiare quello che sono diventato.
Avertelo detto ora
forse è stato peggio che meglio
ma non potevo resistere
e non so come ti ho resistito.
Ti voglio, ti voglio, ti voglio
e non è solo bene
il cervello mi martella solo due piccole parole
rimaste impolverate per troppo tempo in fondo al cuore.
Ora sono li dinnanzi a te
ho sempre il tuo viso nei miei occhi
che si specchiano nei tuoi
e ne rimango attirato.
Come fosse il canto delle sirene
rimango ammaliato dalla tua voce
per quello che ne so
potresti anche leggere i nomi in un citofono.
La verità è che sei una delle poche cose che ho sempre amato!
Perchè non hai fermato quel treno che andava?
Perchè non hai preso quel treno che passava?
Sono anni di merda....
Quanto tempo ci sarà concesso di condividere
tanto ne userei per stare ad occhi chiusi tra le tue braccia
quanto per guardarti negli occhi
perchè tu possa leggere il mio cuore.
Non ci sarebbe bisogno di parole.
Non avresti più nulla da chiedermi.
Nessun interrogativo, più.
Queste due quartine le hai scritte tu!